giovedì 10 gennaio 2008

I TEMPLARI E I REX DEUS DI MAURIZIO CHIAVARI-FINE

I SOTTERRANEI DEL TEMPIO

Ma alcuni sacerdoti, prima dell'assalto delle truppe romane, erano stati avvertiti del pericolo imminente, ed allora pensarono di nascondere quello che per il popolo ebraico vi era di più sacro nei sotterranei del Tempio, inaccessibili in quanto pieni di labirinti e di trappole. Occorre sapere che, secondo le documentazioni, il re Salomone commissionò la costruzione del Tempio ad un valente architetto dell'epoca, tale Hiram Abif, che era ferratissimo in tecniche delle costruzioni, visto che aveva collaborato a quelle egizie.



Il cuore del Tempio era una stanza segreta del sotterraneo, detta "Sancta Sanctorum", ossia il "santo dei santi". In questa stanza il re Salomone fece conservare le cose più preziose per il popolo ebraico, come il tesoro, l'Arca dell'Alleanza e le Leggi di Mosè.



In questa stanza ed in altre camere sotterranee, i sacerdoti, consci ormai del prossimo assalto dei Romani nascosero, come detto, tutte le cose preziose e sacre dell'ebraismo. I Romani saccheggiarono il Tempio, ma non trovarono quello che era stato nascosto nei sotterranei. Prima ancora di questo assalto, che portò inoltre alla distruzione totale del Tempio di Salomone ed alla sua mai più' effettuata ricostruzione, i sacerdoti scrissero tutto ciò che avevano nascosto, facendo una specie di inventario, inoltre indicando con precisione dove alcune cose erano state nascoste, per permettere poi, alle generazioni future, il recupero di questi tesori celati.

LE FAMIGLIE REX DEUS

Alcuni di questi sacerdoti riuscirono però a sfuggire alla strage perpetrata dalle truppe romane, proprio nascondendosi in questi sotterranei e poi, non potendo più rimanere in Palestina, partirono raggiungendo l'Europa, sparpagliandosi per il continente. Essi formarono nuclei familiari, che si tramandarono di padre in figlio quello che consideravano "il segreto del Tempio". Per ogni famiglia, ad ogni primogenito veniva svelato, al momento della maggiore età, questo segreto, e solo a lui. Ovviamente queste famiglie erano di ceppo ebraico, ma con l'andare dei secoli ci fu una vera e propria "cristianizzazione" di questi nuclei, che rimasero comunque sempre in contatto, e formarono una specie di confraternita che venne chiamata "Rex Deus". Vi era un patto preciso e segreto fra loro: quello di tornare nella città santa per recuperare ciò che i loro progenitori, gli antichi sacerdoti, avevano lasciato sotto alle rovine del Tempio, nei labirinti sotterranei e nel Sancta Sanctorum. Come per incanto, l'occasione arrivò poco più di mille anni dopo la caduta e la distruzione del Tempio: la Prima Crociata, comandata da Goffredo di Buglione, proprio facente parte dei Rex Deus, che nel 1099 riconquistò la Città Santa.

GLI SCAVI DEI TEMPLARI

Va detto che comunque il recupero di questi tesori sotto alle rovine del Tempio andava effettuato nel più grande segreto, per motivi facilmente immaginabili. Prima di tutto gli islamici avevano nella Moschea della Roccia ed in quella di Al-Aqsa il loro centro nevralgico religioso, e suscitare le ire della popolazione araba di Gerusalemme non era prudente; e poi gli ebrei non avrebbero sopportato che si scavasse proprio sotto le rovine del loro Tempio sacro. Ecco allora che i Rex Deus hanno l'idea di fondare un Ordine monastico e militare, unico nel suo genere: i Templari. Con gli auspici del grande San Bernardo, che volle fortemente quest'Ordine, lo stesso ebbe l'imprimatur papale e con ciò l'autorizzazione e prendere posizione a Gerusalemme, guarda caso proprio sopra le rovine del Tempio. Ora i templari, oltre ai compiti di polizia che abbiamo detto all'inizio, potevano iniziare l'opera che i Rex Deus si proponevano. Quindi, considerati gli studi effettuati e le prove raccolte, possiamo senza ombra di dubbio affermare che i Templari furono la più grande organizzazione per il recupero di reperti archeologici religiosi di tutto il Medioevo. Un compito gravoso e difficile, che però fu svolto con grande caparbietà. I mezzi del tempo per svolgere scavi archeologici erano certo pochi e molto grossolani, tuttavia i Templari supplirono a ciò con l'ingegno e con la volontà. Una volta acquartieratisi, essi iniziarono con pazienza gli scavi, fino a giungere ad una profondità di oltre 30 metri al disotto delle spianata del Tempio, sotto la Cupola della Roccia.

I Templari scavarono un profondo pozzo per poi calarsi nell'interno dei sotterranei del Tempio, fino ad arrivare al cuore del Tempio stesso, nel "Sancta Sanctorum", cioè la cella più segreta del Tempio, dove come detto gli Ebrei conservavano l'Arca dell'Alleanza, quella che conteneva le tavole della Legge, i nostri Comandamenti, dati da Dio stesso a Mosè. Questi sotterranei, come abbiamo riferito più sopra, erano un vero e proprio labirinto, con vicoli e cunicoli ciechi, con trappole ed altri pozzi profondi, tutti accorgimenti copiati dal sapiente Hiram Abif dalle protezioni delle piramidi egizie, dove sembra che lavorò anch'egli. Ma di preciso che cosa trovarono i Templari sotto le rovine del Tempio? Certamente qualcosa di molto, molto grosso ed importante.



A quanto sembra, trovarono moltissimi documenti, là sepolti e nascosti dai sacerdoti, la cui copia fu portata dai sacerdoti non lontano da Gerusalemme, nel deserto di Giuda, a poco più di 50 Km., sulle rive del Mar Morto, e per la precisione a Qumran.

I ROTOLI DI QUMRAN E GLI ESSENI

Questa località è famosissima, in quanto nel 1947, durante una campagna di scavi archeologici effettuata dal governo israeliano, furono rinvenuti moltissimi vasi di terracotta, contenenti dei rotoli di rame, detti appunto "Rotoli del Mar Morto". La località di Qumran era la cittadella capitale di una tribù, gli Esseni. In lingua arcaica, la parola "esseno" ha il significato di "santo". Sembra poi che questi Esseni abbiano portato via dal Tempio di Salomone moltissimi altri documenti, poco prima della distruzione del simbolo d'Israele da parte delle truppe romane. Per celarli e per proteggerli, li hanno posti dentro ai vasi di terracotta e quindi interrati. Alcuni di questi rotoli contenevano una descrizione precisa e minuziosa di quello che era stato nascosto nei sotterranei del Tempio di Salomone. Poi, come detto, sono stati recuperati. Così, i Templari sicuramente ritrovarono questi documenti, fra cui ve ne era uno, il numero 52, con scritto: "Sotto l'angolo meridionale del portico di Zadok, sotto la piattaforma dell'esedra: vasi usati per raccogliere i rimasugli delle decime, il grano raccolto con le decime e monete ornate con figure.". Qui occorre riagganciarsi al discorso fatto all'inizio sulle due chiese che si vennero a formare dopo il martirio di Gesù. Sappiamo, per mezzo della scoperta sensazionale dei Vangeli Gnostici di Nag-Hammadi che Giacomo, era detto "il giusto", che in ebraico si dice proprio "zadok", o maestro di giustizia, che in ebraico suona come "moreh-zedek". Come abbiamo già detto, e come risulta sempre dai testi gnostici, Giacomo era capo della Chiesa Cristiana di Gerusalemme, attirandosi così tutte le ire degli Ebrei e soprattutto dei sacerdoti del Sinedrio. Per riassumere quello che abbiamo accennato all'inizio, nel 62 d.C. Giacomo fu aggredito e precipitato sotto da una delle guglie del Tempio d'Israele che era in restauro. Proprio i Rotoli di Qumran riportano la nascita di un gruppo, staccatosi dalle altre tribù ebraiche, chiamato "figli di Zadoc", quindi i figli di Giacomo, cioè coloro che continuarono la sua opera di cristianizzazione. Infatti, gli Esseni erano il popolo più cristiano di tutta l'area mediorientale, veri continuatori, prima della Chiesa di Paolo, della cristianità nel senso proprio della parola.

LA CONOSCENZA DEI TEMPLARI

I Templari quindi, hanno iniziato a scavare sotto al Tempio, riportando alla luce reperti straordinari, come la Vera Croce, la Sindone e altro ancora. Forse riportarono alla luce anche l'Arca dell'Alleanza ed il Graal, oltre a documenti di capitale importanza per la comprensione delle dottrine cristiane ed ebraiche. Insomma, possiamo affermare che i Templari si impossessarono di segreti che nessuno, prima di allora, aveva conosciuto né dei quali si aveva probabilmente il sentore di una esistenza. Da qui, la storia templare si tinge di giallo e la cronaca comincia a divenire leggenda. All'epoca, fu detto che i Templari erano a conoscenza di segreti esoterici e di magia orientale, che si erano dati alla stregoneria. Anche se queste ipotesi possono sembrare in un certo qual senso affascinanti, non vi è nulla di più falso. Quello che è vero, suffragato da testi storici e da prove incontrovertibili, è che i Templari fecero della conoscenza e della gnosi, cioè la penetrazione dei misteri un vero e proprio pallino.



L'antica alchimia, che i templari appresero dai Sufi, antica tribù di origini addirittura sumere, ad esempio, non è altro che la moderna chimica. Contrariamente a quanto si crede, i Templari non rifuggivano tutto ciò che era scienza e conoscenza. A contatto continuo con le civiltà orientali, molto più progredite di quelle europee, i Templari impararono ad usare strumenti molto particolari, quali ad esempio l'astrolabio, ed altri strumenti di misurazione, come l'abaco, fino allo studio delle scienze astronomiche e chimiche, appunto l'alchimia.

LE GRANDI CATTEDRALI GOTICHE

Un altro fatto straordinario poi avvenne intorno fra il 1200 ed il 1250. In tutta la Francia sorsero, in brevissimo tempo, chiese particolari, in uno stile che fino ad allora era sconosciuto: le grandi cattedrali in stile gotico. Qualcuno sostiene che lo stile gotico deriva dai goti, ma nulla è più sbagliato. L'espressione "arte gotica" non è la traduzione dal francese di "art gotique", ma la contrazione di una sola parola, "argotique". Tradotto tale termine sta per "argotico". Ed appunto l'argot era un linguaggio vero e proprio, in uso presso iniziati ed alchimisti: era il linguaggio di chi non vuol farsi capire dagli estranei, perlando con i propri colleghi. Un linguaggio criptato ed in codice, quindi. Perciò la cattedrale gotica deriva dall'argotico, quindi la cattedrale stessa esprime concetti nascosti, criptati, che possono essere letti e compresi soltanto da coloro che conoscono, diciamo così, l'argot. E sembra che l'uso di questo argot fosse normale per i templari, o almeno fra gli Ufficiali. L'argot fu usato dai Templari anche per nascondere ai musulmani piani di battaglia ed ordini particolari che venivano impartiti alle truppe.

Così, una dopo l'altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres. Uno stile incredibile, quello gotico, tutto proteso verso l'alto, con un sistema di spinte e controspinte straordinario, una tecnica costruttiva che a quel tempo era veramente rivoluzionaria. Come avranno fatto i Templari a progettare e costruire queste cattedrali che, nonostante le loro migliaia di tonnellate di peso, sembrano leggerissime e tali da sfidare la legge di gravità? I piani di costruzione e tutti progetti originali di esecuzione di queste cattedrali non sono mai stati trovati. Le opere murarie erano fatte con una maestria eccezionale.

Per i tecnici, come gli architetti ad esempio, possiamo vedere come i contrafforti esterni esercitano una spinta sulle pareti laterali della navata, e così facendo il peso, anziché gravare verso il basso, viene come spinto verso l'alto, e tutta la struttura appare proiettata verso il cielo.



Tutte le cattedrali gotiche costruite dai Templari hanno queste caratteristiche e, altra particolarità, come sono adorne di statue su tutto il loro esterno, talvolta in quantità incredibile come a Chartres o a Reims, sono quasi disadorne all'interno, essenziali e nude, tranne che per le vetrate, opere d'arte di una straordinarietà che ancor oggi lascia senza fiato.

LA COSTELLAZIONE DELLA VERGINE

C'è un'altra particolarità da segnalare, nella costruzione di queste gigantesche cattedrali: la loro disposizione sulla carta geografica di Francia. Ognuna di queste cattedrali è dedicata a Notre Dame, cioè alla Vergine.



Le cattedrali disposte sul terreno, cioè quelle più importanti e grandi, come Bayeux, Amiens, Reims, Chartres ed Evreux, formano esattamente la forma della costellazione della Vergine. Ma andiamo ancora avanti nell'esame dei misteri templari legati ora alle cattedrali gotiche da loro stessi costruite. Da antichi documenti e da rilevazioni effettuate sul posto, soprattutto a Chartres, si vede che assolutamente nulla è lasciato al caso: tutte le cattedrali hanno la stessa disposizione, cioè con l'abside e l'altare maggiore ad est e l'entrata principale ad ovest, mentre i due transetti delle navate sono l'uno a nord e l'altro a sud. Questa simbologia è particolare: ad est sorge il sole, quindi fonte di luce, ed entrando, il pellegrino che entra da ovest deve andare verso la fonte di luce che viene dalla parte opposta. Per i Templari, poi, l'est sta a significare Palestina, la Terrasanta, il Cristo, e tutto il resto. Il nord è invece dove la luce non arriva mai, la parte più buia e più fredda. Ed è proprio nel transetto a nord che venivano di solito poste le scene e le sculture che ricordano ciò che è contro la luce, ciò che ricorda la tenebra.



Lo possiamo vedere ad esempio nella cattedrale di Amiens, dove nel transetto nord è inserito un pentalfa, cioè una stella a cinque punte rovesciata, simbolo ora usato dalle sette sataniche.

Ovviamente questo non sta a significare che questa simbologia stia messa a richiamare forze demoniache o quant'altro, ma tutto il contrario. La stella a cinque punte, chiamata anche pentagramma, o con altri nomi, non è affatto un simbolo del male. Difatti è invece una simbologia esorcizzatoria, in quanto le cinque punte stanno a richiamare le cinque ferite di Gesù Cristo. Le moderne sette sataniche portano infatti la stella a cinque punte non in modo che sia normale, cioè con la punta rivolta verso l'alto, ma rovesciata, in modo che verso l'alto vi siano due punte: questo perché è un richiamo alle corna del diavolo ed al rovesciamento delle cose, tipico delle cose demoniache. Ma ora tralasciamo questi discorsi inquietanti, che nulla hanno a che vedere con i Templari. Abbiamo visto come le cattedrali gotiche erano costruite: ma queste grandi costruzioni custodivano segreti strani: quali? La chiave di essi potrebbe stare nei labirinti che erano disegnati sui pavimenti di queste cattedrali, disegni che poi labirinti non sono, poiché in essi non è possibile perdersi, in quanto vi è sempre e comunque una sola strada. Rimane comunque un fatto che queste cattedrali stanno a darci un messaggio, sono libri di pietra nei quali sono nascosti dei segreti di sapienza e conoscenza che gli antichi Templari hanno voluto tramandare ai posteri. Già, la conoscenza. Ma non una conoscenza sporca, per divenire i padroni del mondo, o per avere tutti per sé i segreti alchemici e di ricchezza, bensì una conoscenza pulita, soltanto per comprendere ciò che non poteva essere spiegato con un semplice dogma.

BAFOMETTO E LE ACCUSE

E' questo che, quando l'Ordine fu accusato di eresia, apostasia, stregoneria e quant'altro, è questo ripeto che fu alla fine svelato. Solo una conoscenza che la Chiesa di allora non poteva accettare, nei secoli bui dell'Inquisizione, delle più strane superstizioni e di clima di caccia alle streghe. Tanto che i Templari furono accusati addirittura di aver adorato l'idolo barbuto, visto prima, Bafometto, o Baphomet. Anche questa, poi, si rivelò una falsità colossale: i Templari non adoravano nessun idolo, poiché, e questa è verità, essi avevano inventato un loro personale alfabeto per criptare i rituali e le conoscenze fino ad allora avute, e la parola Baphomet, se decrittata, dava la parola Sophia, che secondo le dottrine dell'antichità stava a significare "sapienza". Non solo: le moschee musulmane erano chiamate, anche in Europa, sotto la dominazione dei Mori, "baphomeries". Ecco qua il significato occulto della parola Baphomet. Centinaia di Templari per questa falsità sono stati torturati ed uccisi dall'Inquisizione. Accusati soltanto di conoscenze che non avrebbero dovuto avere, di sapienza che era riservata solo ai canonici della Chiesa che allora (un po' come ora) è riservata all'Ordine dei Domenicani, che all'epoca erano il fior fiore dei Tribunali dell'Inquisizione.

IL TESORO DEL TEMPIO

Ma torniamo alla nostra storia sugli svariati misteri templari. Una domanda che sempre qualcuno ci ha posto nei nostri svariati convegni: ma che fine ha fatto il tesoro dei templari? A questa domanda non vi è una risposta precisa. Ma in qualche modo cercheremo di dare una risposta che sia esauriente. Quando il 13 ottobre 1307 gli sgherri di Filippo IV il Bello, re di Francia, attaccarono e arrestarono i Templari, la prima ed unica preoccupazione di Filippo fu quella di cercare di appropriarsi del tesoro dell'Ordine: ma non lo trovò, in quanto, proprio tre notti prima dell'attacco, una lunga fila di carri, scortati da pattuglie di cavalieri, lasciò la sede dell'Ordine del Tempio di Parigi, dove era stato portato il tesoro che proveniva da Cipro, ultimo avamposto templare davanti alla Terrasanta.



Questa colonna si divise in tre parti: la prima si diresse verso il porto di La Rochelle, dove era di stanza l'intera flotta templare; la seconda si diresse a sud di Parigi, verso Tolosa; la terza colonna si diresse verso il confine con l'Italia. Stando alle poche cronache del tempo, ad antichi documenti ed alle numerosissime tradizioni orali tramandate, la prima colonna fu caricata sulle navi che salparono per una destinazione sconosciuta, la seconda colonna invece si inoltrò nei territori verso i Pirenei, quasi al confine con la Spagna, mentre l'ultima colonna attraversò, dopo una cruenta quanto breve battaglia con le truppe reali, che avvenne nei dintorni di Marsiglia, il confine con l'Italia.

La colonna si incamminò sulla via Francigena a marce forzate diretta verso l'Italia meridionale. Ma cosa trasportavano i carri? In modo molto più che verosimile, tutto il tesoro, o almeno la grandissima parte di esso. Il tesoro era formato anche da quelle reliquie di cui abbiamo parlato all'inizio di questa parte, reliquie che, a parte la Sacra Sindone, non sono mai state ritrovate. Noi, per quanti sforzi possiamo fare, dobbiamo necessariamente perdere le tracce della prima colonna, in quanto non sappiamo dove la flotta del Tempio si diresse: qualcuno dice in Scozia, altri in America. A questo proposito, molti scrittori sostengono che i Templari avevano scoperto l'America ben prima di Colombo, in quanto proprio là i Templari avevano le loro miniere d'argento. Una prova? Il solo fatto che quando Colombo arrivò sulle coste americane con le famose tre caravelle, sulle vele avevano applicata una croce di colore rosso come quella templare. Gli indigeni che vennero incontro a Colombo, con sua grande sorpresa, dimostrarono di aver già visto e di conoscere tale simbolo, tanto che si dimostrarono fin troppo amichevoli... Ma torniamo alle altre due colonne, quella diretta a sud e l'altra diretta in Italia. Quella diretta a sud della Francia si perse nei meandri della regione dell'Aude, nei dintorni della città medievale di Carcassonne, regione a prevalenza catara, dove i templari avevano le loro roccaforti, in Linguadoca, e dove gli stessi volevano fondare uno stato indipendente. Ma dove misero il tesoro e che fine fecero? Questo riguarda il mistero di Rennes-Le-Chateau, e per quello vi rimandiamo ai nostri amici di Esoteria, che hanno trattato questo argomento con arguzia e professionalità scientifica veramente notevoli. La terza colonna, quella diretta in Italia, fece tappa in Liguria e poi alle precettorie del Tempio di Firenze, di Orvieto, di Roma e di Anagni. Poi, la colonna di fermò nei dintorni di Sermoneta, dove vi era una importante precettoria del Tempio, acquartierata a Ninfa, e vicino all'Abbazia Cistercense di Valvisciolo, dove la colonna si fermò, stette qualche giorno e ripartì alla volta di Parigi, dopo aver lasciato il suo carico prezioso ed altri templari di rinforzo.

L'ABBAZIA DI VALVISCIOLO

Una tradizione radicata, recita che una parte del tesoro del Tempio è nascosta nei sotterranei dell'Abbazia di Valvisciolo, ma non se ne è mai avuta prova. La particolarità di questa abbazia è quella che è architettonicamente situata fra il romanico ed il gotico, ed è dotata di contrafforti, sul tipo di quelli delle cattedrali gotiche, ma tali contrafforti sono perfettamente inutili. Già perché questi contrafforti non devono sostenere una cosiddetta "controspinta" dall'interno. Da una ispezione accurata che abbiamo effettuato e da altre prove, possiamo sostenere che sui vari contrafforti dell'Abbazia, almeno tre non servono a nulla e...sono vuoti internamente. Perché? E il chiostro? Al centro vi è un pozzo, di forma prettamente ottagonale tipico di cose templari, e le colonnine che contornano il chiostro sono anch'esse tipiche delle abbazie cistercensi, cioè sono doppie e su ogni capitello vi è scolpita una forma diversa, sempre comunque richiamantesi ai templari. Ma di queste colonnine, ve ne sono alcune che non sono affatto in linea geometricamente con le altre, ma sono disassate: questa particolarità è nei punti "giusti", ossia proprio all'ingresso della Sala Capitolare e di fronte alla stessa, dalla parte opposta, dove esistono altri particolari contrafforti che non assolvono assolutamente ad alcuna funzione, ed oltretutto sono vuoti nella parte interna. Visto che all'epoca non esistevano i montacarichi per passare da un piano all'altro i documenti (perché il vuoto di tali contrafforti sprofonda nel suolo), a quale altra funzione poteva servire? La Sala Capitolare, è un vero gioiello di arte cistercense e "parla" templare in ogni sua pietra. Difatti è strutturata esattamente come tutte le sale ove si svolgevano i Capitoli dell'Ordine del Tempio. La parte principale è ad oriente, dove sedeva il Gran Maestro o il dignitario più alto in carica della zona, che in quel caso poteva essere il Precettore di Ninfa. Il pavimento è strutturato in zone diverse, ove appunto nei capitoli prendevano posto i vari appartenenti alle diverse categorie, chiamiamole così, che esistevano nell'Ordine Templare.



Se osserviamo le chiavi delle volte a crociera della sala, notiamo che portano incise i cosiddetti "nodi templari", che ritroviamo in moltissime costruzioni templari anche in Italia, come a Staffarda, nei pressi di Saluzzo, in provincia di Cuneo. Si dice che questo nodo rappresenti esotericamente il cammino della coscienza e della conoscenza, comunque sempre a forma di croce appunto per il rispetto dovuto a Gesù Cristo. Ma in questa strana e bellissima abbazia ritroviamo un qualcosa di clamoroso, che abbiamo già trovato in tantissime parti dove i templari erano di stanza, come a Gerusalemme o in Francia, vicino a Rennes-Le-Chateau: il SATOR, ovvero un criptogramma cristiano che, decodificato, non è altro che il Pater Noster in latino.



Per la spiegazione e la decodifica di questo strano criptogramma, vi rimandiamo come sempre ai nostri amici di Esoteria, dove anche questo argomento è stato trattato con competenza. Quindi questa abbazia è sicuramente uno dei luoghi di arrivo del tesoro del Tempio, e dove i cavalieri templari hanno nascosto una buona parte di quello che avevano portato da Parigi su quella lunga colonna di carri. Ma siamo certi che oltre a parte del tesoro vero e proprio, altri segreti si celino là sotto, in quei sotterranei inesplorabili, segreti che i Templari hanno voluto lasciare a loro testimonianza.

LA FORESTA D'ORIENTE

Ma i misteri dei Templari sono tantissimi, e non ci esauriscono certamente qui. Che dire della Francia, culla dei Templari, dove ci sono diversi misteri ai quali dare spiegazione è difficilissimo? Nella regione della Champagne, ad esempio, fra Payns e Troyes esiste una grande foresta, chiamata stranamente "foresta d'oriente". Questa foresta occupa una grande area, la bellezza di ventimila ettari, ed è solcata ancor oggi da numerosissime stradicciole e sentieri che sembrano inestricabili e che sembrano entrare gli uni negli altri come fossero un vero e proprio groviglio. Questa zona è oltretutto piena di stagni e di paludi, e la conformazione del terreno è argillosa, quindi impermeabile. Quando qui pioveva, in tempi lontani, tutto diveniva pericoloso, si formavano sabbie mobili ed i semplici ruscelli divenivano impossibili da guadare o era comunque suicida avvicinarsi ad essi magari per attingere acqua. Una miriade di leggende sono nate in questa zona, piena come detto di stagni chiamati "morges", domini delle fate delle fiabe celtiche, dove secondo la leggenda corrente si rifugia ancora una fata, chiamata Fata Morgue, o Fata Morgana. Questa grande Foresta d'Oriente era il dominio incontrastato dei Cavalieri Templari: al centro della foresta vi era una grande fattoria, chiamata "Casa del Tempio" e tutto all'intorno si richiamava ai templari. Esisteva la "strada forestale del Tempio", il "ruscello del Tempio", la "fontana dei Tempio" e così via. Una serie di case esistevano in questa foresta, che altro non erano che le precettorie templari. Ma perché era proprio qui il cuore dell'Ordine del Tempio? La risposta è semplice: ad est della foresta d'oriente sorge Payns, città natale di Hugo de Payns, fondatore e primo Gran Maestro dell'Ordine del Tempio; ad ovest della foresta sorge Thors, dove i Templari avevano grandi possedimenti; a sud di Payns, sulla Senna, sorge Troyes, dove l'Ordine del Tempio ricevette l'imprimatur della Chiesa; da ultimo, a sud-ovest della foresta sorge Clairvaux, Chiaravalle, città di San Bernardo, che scrisse di proprio pugno la regola templare. Ma la foresta d'oriente è leggendaria in quanto i templari stesero una vera e propria rete di trappole e di difese formidabili: passaggi segreti, trabocchetti, voragini che si aprivano d'improvviso e chi più ne ha più ne metta. Ma perché i Templari hanno costruito siffatte difese? Non certo per difendere se stessi, evidentemente, ma qualcosa di molto più importante. Uno scritto dell'epoca narra che quando una parte le navi dell'Ordine di ritorno da Cipro attraccarono nel porto di Marsiglia (altre navi attraccarono invece nel porto di La Rochelle) una parte segreta del tesoro fu caricata su carri e trasportata proprio nella "foresta d'oriente", dove fu nascosta. Tradizioni orali e leggende dell'epoca narrano che su uno dei carri era stato caricato un oggetto che era nientemeno che l'Arca dell'Alleanza, trovata dai Templari nei loro scavi sotto al Tempio di Salomone, e proprio quest'oggetto fu trasportato e nascosto nella foresta d'oriente. Così sarebbe spiegata la rete di difesa così capillare e strettissima che difendeva appunto la foresta, perché, come si racconta, altre reliquie trovate dai Templari furono qui portate. Secondo concezioni esoteriche, chiunque possieda l'Arca con le tavole della Legge Divina otterrebbe grande sapienza e conoscenza: noi sappiamo quanto i templari tenessero alla conoscenza, visto che proprio per questa furono poi perseguitati ed alla fine torturati ed uccisi.


Carissimi fratelli e sorelle, mi sembra di essere stato abbastanza esaustivo nella mia esplicazione dei misteri templari, e se qualcuno ha domande potrà poi farne prenotandosi al tavolo della segreteria.

I TEMPLARI E LA MASSONERIA

Per concludere, ora vorrei parlare, sperando di non tediarvi più di quanto non abbia fatto finora, dei rapporti fra i templari e la massoneria. So che è un argomento delicatissimo, ma va affrontato con serenità. Come ho sempre detto e sempre sosterrò, Gesù Cristo ci ha detto che siamo tutti fratelli, e come tali dobbiamo comportarci. Per me, per i templari che la pensano come me, e so, in tutta umiltà, di rappresentarne la quasi totalità, i massoni sono nostri fratelli, e lo saranno sempre. Non vi nascondo che esistono molti massoni nell'Ordine del Tempio, e non vedo per quale motivo non debbano farvi parte: del resto anche nella Chiesa esistono moltissimi massoni, non ultimi vescovi e cardinali. Questa è una cosa risaputa, non dico nulla di nuovo.

I TEMPLARI SBARCANO IN SCOZIA

Poi, è storicamente dimostrato che la massoneria discende direttamente dai templari: quando si scatenarono le violenze contro l'Ordine, perpetrate da Filippo IV, molti templari lasciarono la Francia cercando riparo in un altro stato, che in questo caso fu la Scozia, scelta ad arte, in quanto i fulmini della Chiesa lì non potevano arrivare. In Scozia la presenza templare c'era sempre stata, ma nella parte est, nei dintorni di Edimburgo, dove esiste tuttora una zona che si chiama Temple, ed una costruzione, della quale parleremo fra poco, che si chiama Rosslyn. Ma la zona che ci interessa è quella ad Ovest, nella zona del Kintyre, grossa penisola che si allunga nel Canale del Nord, fra l'Irlanda e la Scozia.

KILMORY, KEILLS E KILMARTIN

In questa penisola si apre un grosso fiordo, con le località di Kilmory e di Keills. Proprio qui, secondo le vestigia e le tombe ritrovate, sono sbarcati i Templari fuggiaschi dalla Francia in fiamme, durante la persecuzione di Filippo IV. Soprattutto le semplici tombe, tutte datate intorno al 1300, con sulle lapidi soltanto una spada, sono tipiche templari: nessun nome, nessun addobbo, soltanto una spada la cui forma richiama la croce di Cristo. Ce ne sono moltissime, nella zona fra Kilmory Chapel (altra costruzione tipica templare) Kilmartin Church, un o' più a nord-est della penisola del Kintyre. Una quantità impressionante di queste tombe sono nel cimitero accanto proprio a Kilmartin Church, la chiesa.

ROBERT BRUCE E LA SCOZIA CELTICA

In quell'epoca, come del resto da sempre, era più che mai in essere nella zona la voglia indipendentista della Scozia dall'Inghilterra, soprattutto per tenere vivi i miti celtici della Scozia di allora. Il re di queste terre era Robert Bruce, abile molto più nel combattimento che nella politica. Da anni ormai si combattevano continue guerre fra le tribù scozzesi di origine celtica e gli inglesi con la prevalenza delle originarie tribù sassoni. Era un periodo, il 1307, in cui Bruce era un po' in decadenza, e stava cercando di riorganizzare le file degli scozzesi, un po' sbandati.

Quando i Templari fuggitivi sbarcarono sulle coste scozzesi, per trovare riparo appunto dalle persecuzioni francesi, presero terra proprio nella zona che abbiamo prima visto, cercando un buon vicinato con le tribù celtiche della zona. La cosa riuscì abbastanza facilmente. E i Templari poterono così organizzarsi di nuovo in una comunità ben definita. Ma avevano fatto i conti senza Bruce che, saputo del loro arrivo, ottenne da loro, in cambio dell'asilo su terra scozzese, un aiuto militare in caso di bisogno. Non dimentichiamo che i Templari erano guerrieri provetti, avendo combattuto in Terrasanta, e facevano della disciplina uno dei loro punti di forza. Tanto che Bruce affidò alle cure dei Templari molti combattenti di varie tribù scozzesi, affinché si esercitassero nell'arte del combattimento. Il primo banco di prova fu la battaglia di Metheren, nel 1308, dove "guerrieri con armature leggere e cavalli veloci, vestiti di bianco" intervennero a difesa degli scozzesi, con ottimi risultati. Ma la consacrazione definitiva si avrà più tardi, quando ormai la presenza templare in quella zona della Scozia era massiccia: addirittura i cavalieri templari, ormai dimentichi del loro voto di castità, avevano sposato alcune donne di tribù celtiche, formando così famiglie di casta diversa da quelle precedenti. Nella battaglia di Bannockburn, nel1314, quando le truppe scozzesi stavano ormai per soccombere sotto l'avanzata dell'esercito inglese, accadde un fatto che nessuno si aspettava, tranne forse soltanto gli scozzesi: improvvisamente, dalla foresta sbucarono fuori alcuni squadroni di cavalleria, che attaccarono con veemenza le truppe inglesi, creando fra le stesse scompiglio e un grande numero di vittime: sotto l'attacco di questa cavalleria, che testimoni dell'epoca riferiscono fosse formata da cavalieri con un manto bianco ed una croce rossa, che "sembravano angeli vendicatori", per riportare una frase di uno storico dell'epoca, le truppe reali inglesi furono costrette alla ritirata, nonostante in numero ben superiore di quelle scozzesi. Chi erano questi cavalieri era ormai chiaro: i templari stabilitisi in Scozia che avevano dato il loro appoggio a Robert Bruce contro gli inglesi, visto anche che da Londra giungevano comunque notizie di arresti di templari. Quindi i Templari di erano trasferiti e stabiliti proprio nelle Highlands scozzesi, unendosi alle donne del luogo, e conformandosi anche non gli usi e costumi locali. Del resto, tale cosa appare evidente anche dalla cosiddetta "Carta di Larmenius". In questo documento, redatto appena dopo la morte di De Molay, il quale sembra abbia nominato di persona Larmenius nuovo Gran Maestro dei Templari rimasti, si possono leggere le testuali parole: "… che sia ignominia e disonore ai fratelli fuggiti in Scozia, che Dio abbia pietà di loro….". Se il documento di Larmenius è autentico, avremmo la prova scritta e definitiva dell'arrivo dei templari fuggiaschi in scozia, anche se abbiamo visto che le vestigia del Tempio sono comunque là, a testimonianza dell'avvenuto fatto.

I MURATORI E I TEMPLARI

Una cosa importantissima è il fatto che i templari erano, oltre che dei grandi combattenti, anche degli ottimi costruttori, ed iniziarono a costruire, nei dintorni di Kilmartin alcune cappelle, oltre ad alcune piccole precettorie. A costruire questi manufatti venivano chiamati valenti artigiani, soprattutto muratori. Fu così che questi muratori si riunirono in corporazioni, ossia in organizzazioni vere e proprie, nelle quali i templari profusero le loro conoscenze e delle quali fecero parte direttamente. Ora, in inglese la parola "muratore" si traduce in "mason", e la corporazione dei muratori fu chiamata "masonry", e da qui ad arrivare alla parola massoneria il passo è presto fatto. Essere uniti nella fratellanza ed aiutarsi l'un l'altro era un imperativo per questa corporazione, oltre allo sviluppo della conoscenza e della verità, discendente direttamente dai templari. A questi "masons", o massoni, i templari insegnarono l'arte muratoria appresa in Palestina, con tutti i segreti della stessa (vedi ad esempio le cattedrali gotiche), ed anche i rituali, visto che questa "masonry" era ormai divenuta una vera e propria casta, non soltanto un'organizzazione. E non dimentichiamo che i Templari appresero i segreti dell'arte muratoria in Terrasanta, da antichissimi documenti ritrovati da loro sotto il Tempio di Salomone, durante gli scavi che effettuarono e dei quali abbiamo parlato in precedenza. Tali segreti si facevano discendere direttamente dal costruttore del Tempio di Salomone, appunto un tale Hiram Abif.

Assimilate le tecniche costruttive ed i rituali templari, oltre a tutte le idee di fratellanza, la massoneria si divise in varie logge, nelle varie città, in varie corporazioni.

Un esempio eclatante, ed oserei dire decisivo, lo troviamo in una costruzione che ha dello straordinario, si trova qualche chilometro a sud di Edimburgo. Parliamo della Cappella di Rosslyn.

LA CAPPELLA DI ROSSLYN

Il nome Rosslyn dice tutto, perché deriva dall'antico gaelico, dalla parola "roslin", che sta a significare "luogo di antica memoria" o "luogo in cui si conservano antiche memorie". Questa straordinaria costruzione, in stile prettamente gotico (tanto che richiama in piccolo una delle cattedrali di Francia) fu voluta da Lord Sinclair, una delle famiglie più in vista e più antiche di Scozia. Basti sapere che Sir Henry Sinclair, sposò la sorella di Hugo di Payns, come abbiamo visto primo Gran Maestro dell'Ordine del Tempio, ed era amico personale di San Bernardo di Chiaravalle. Un discendente di Sir Henry iniziò la costruzione di questa cappella straordinaria, che internamente è lavorata in modo eccezionale. Tutto, all'interno di questa incredibile costruzione, parla templare e massonico. Vi sono scolpiti un'infinità di motivi che si richiamano ai templari ed ai rituali massonici. Addirittura, esternamente, possiamo vedere una parte di rituale templare ripreso dai rituali massonici, che riguarda una iniziazione.



Ma io penso che la cosa più importante di tutto in questa costruzione, è la sua disposizione e ciò che vuole rappresentare: al suo interno vi sono due colonne, diverse fra loro, che sono l'esatta copia della due colonne, Boaz e Jachin, che erano poste all'entrata del Tempio di Salomone a Gerusalemme. Non solo: la pianta della Cappella di Rosslyn è identica a quella del Tempio di Salomone, e la sua parte sotterranea è identica, come forma e dimensioni, al famoso "Sancta Sanctorum" del Tempio stesso, scoperto dai Templari e dal quale gli stessi hanno riportato alla luce, come si è detto, moltissimi reperti antichi. Si ha l'impressione, e non è solo questo, che Sinclair abbia voluto ricostruire il Tempio di Salomone, in piccolo, con le conoscenze templari e quelle massoniche, visto che alla Cappella Rosslyn hanno lavorato, come le cronache ed i documenti ci indicano, i migliori muratori e scalpellini delle varie logge delle "masonry" di allora. La Cappella Rosslyn è, in definitiva, un sacrario, è il compendio più completo delle conoscenze templari e massoniche, la prova che la massoneria discende direttamente dal templarismo.

Questo molto tempo fa, ma ora? Lo abbiamo già detto: i templari ed i massoni, così come i Templari ed i non-massoni, sono fratelli, come insegnatoci da Nostro Signore Gesù Cristo, perché tutti gli uomini sono fratelli fra di loro. Per quanto riguarda il tempo odierno, i fratelli massoni possono indubbiamente far parte dei templari, che sono, per così dire, i loro progenitori, e non vedo perché debba essere diverso: importante è che il fratello massone rispetti i riti e gli intendimenti dell'Ordine del Tempio. Parimenti, un templare può anche essere un massone, nulla, nel nostro libero arbitrio e nelle nostre scelte, può impedirlo, ma anche qui vale lo stesso discorso fatto prima.

Ora concludo veramente, perché penso di avervi tediato abbastanza. Concludo dicendo quello che oggi è l'Ordine del Tempio, e quali sono i suoi intendimenti ed intenti.

CONCLUSIONI

Chi siamo lo abbiamo detto, siamo i cavalieri templari. Veniamo come abbiamo visto da una storia antichissima, che chi vuole può leggere nelle pagine del nostro sito. Come nei tempi moderni siamo divenuti cavalieri templari, questo ha poca importanza: il grado di cavaliere, per puntualizzare, non si trasmette di padre in figlio, né tantomeno può essere acquisito per diritti che possono essere accampati. Cavalieri si è nell'animo, nel comportamento, nelle azioni che ogni santo giorno che Dio ha fatto svolgiamo. Noi, anni fa, per mezzo di antichi testi, di pergamene, di codici miniati medievali che abbiamo avuto e potuto consultare, e per il nostro comportamento rigidamente conforme a quello che la Regola dell'Ordine del Tempio prevedeva e prevede tuttora, siamo passati per l'investitura templare e da allora siamo Cavalieri del Tempio a tutti gli effetti, con una nostra organizzazione ed una nostra scuola di pensiero, che ha ogni Ordine Cavalleresco. Oggi, in questo mondo esasperatamente tecnologico e futuristico, nell'era della comunicazione telematica ed elettronica, ove i media la fanno da padrone e le macchine hanno ormai preso il posto dell'uomo, la cavalleria appare fuori tempo, anacronistica ed anzi quasi da burlare.

Niente di tutto questo: noi templari non intendiamo la cavalleria come il ripristino o peggio lo spolvero di antichi rituali, riunirci come fanno le sette e predicare dall'alto di un pulpito alla folla attonita che sta ad ascoltare. No, niente di ciò. Non intendiamo la cavalleria come la riunione di un po' di persone, perlopiù anziane, che si mettono addosso un mantello e poi vanno a pranzi o cene di gala. Abbiamo visto con orrore persone che indossavano il bianco mantello dell'Ordine del Tempio andare ad una sacra funzione come la Santa Messa, solo per pavoneggiarsi e per porsi un gradino sopra gli altri comuni mortali, senza nemmeno partecipare al Sacramento dell'Eucarestia. Abbiamo udito con ribrezzo persone parlare a nome della Cavalleria Templare per poi dire che il mantello indossato era un pezzo di stoffa bianca. Abbiamo assistito, per fortuna dall'esterno, ma con dolore e rabbia, allo svolgimento di "pranzi medievali" composti da menù dal prezzo stratosferico, o a "cene templari" a base di costosissimi piatti di pesce ed aragoste, il tutto con la scusa della beneficenza da fare ai poveri. Abbiamo udito con spavento persone dire che se i templari vogliono esistere, devono piegarsi per forza alla volontà dei vari Lions Club e Rotary che dir si voglia. Noi non abbiamo assolutamente nulla contro queste istituzioni meritorie, ma non si può confondere un templare con un membro dei Lions o del Rotary, è tutta un'altra cosa.

Noi ci prefiggiamo, come scriviamo nella pagina del nostro sito contenente la dichiarazione di fede templare e dedicata a questo, la riconquista dei valori morali e materiali che fanno parte integrante dell'Uomo. Si, ma Uomo con la "U" maiuscola: qui non si parla di semplice persona, ma di Uomo inteso come società e come individuo pensante e credente. L'Uomo ha perso tanti, troppi valori: l'amore, la lealtà, il coraggio, l'onestà, la tolleranza, la comprensione e soprattutto, a nostro modesto parere, la capacità di credere in se stesso. Ora non vogliamo dire che noi templari tutti questi valori li abbiamo, perché siamo uomini come tutti gli altri: ma almeno, da tutto ciò che ci è stato tramandato, proviamo a cercarli, a snidarli da dove sono nascosti, nel nostro animo, nel più profondo di noi stessi. Il bianco mantello con ricamata la croce vermiglia che indossiamo non è un semplice pezzo di stoffa bianca, ma è un simbolo. Lo abbiamo già detto ma occorre ripeterlo: in questo mantello sono racchiusi otto secoli di storia, di privazioni, di stenti, di battaglie, di sangue, di martirio e di sofferenza di migliaia di nostri antichi confratelli. Ecco perché non è un semplice pezzo di stoffa. Porta dentro di se tutte queste cose, come le porta dentro di sé qualsiasi uomo. Ed ecco perché da qui comincia la riconquista dei valori dell'Uomo stesso. Quando l'individuo sa guardare dentro di sé, quando riesce a far venire fuori la sua parte migliore, allora quest'individuo può essere chiamato uomo e, soprattutto, figlio di Dio, fratello nello spirito di Gesù Cristo, che tanto ci ha insegnato e continua ad insegnarci. Noi templari stiamo tentando di fare questo, per noi e per gli altri: a noi non serve fare la carità, come tanti fanno, solo per farsi dire bravi da qualcuno e/o per scaricare dalle imposte quanto donato. Se qualcuno di voi ha la bontà di scrutare fra le righe della pagina dedicata del nostro sito, capirà meglio cosa intendiamo.

Gli antichi Cavalieri del Tempio si prefiggevano la difesa dei luoghi santi a Gerusalemme, la riconquista del Tempio di Salomone, simbolo sì della religione ebraica, e terza città santa dell'Islam, ma anche simbolo della Passione e della Morte di Cristo, che per redimerci è ingiustamente morto per noi. Ora noi templari non abbiamo più il Tempio di Salomone da conquistare e da difendere, né un luogo sacro da preservare con la spada: abbiamo di più. Abbiamo l'Uomo, il vero e proprio Tempio di oggi. Nella civiltà moderna, il vero Tempio è proprio l'Uomo, inteso nella sua interezza. Noi templari quindi cerchiamo la rivalutazione dell'Uomo, dei suoi valori, della sua bellezza interiore: cerchiamo in noi stessi quei valori così belli, così unici che non abbiamo definitivamente perduto; li abbiamo soltanto smarriti, e dobbiamo ritrovarli. La continua ricerca che noi templari facciamo in tutti i campi, da quello religioso a quello della scienza, altro non è che la ricerca dei valori migliori dell'uomo, ed è quello che noi amiamo chiamare la "conoscenza cosciente", ossia conoscere con coscienza, capire e comprendere quello che ci viene consentito dall'Altissimo, ma sempre in una visione di umiltà e di piccolezza. Noi non siamo e non saremo mai grandi: sorridiamo con una punta di divertimento quando vediamo gli scienziati affannarsi per creare la vita. Ma il Creatore è uno solo, cerchiamo di non dimenticarlo mai. Noi, piccoli, poveri e miseri uomini, possiamo soltanto cercare di copiare, e non ci riesce neanche bene. Ma in questa miseria, una cosa abbiamo di grande che non riusciamo a far riemergere, che è il nostro spirito, la nostra scintilla divina, che è dentro ognuno di noi, e che è parte integrante di Colui che tutto può. E allora cerchiamo in ogni modo di vivificare questa scintilla, farla diventare un grande fuoco d'amore che ci avvolge e ci consuma. Aiutare un altro uomo si può, tendere una mano a chi sta peggio di noi non è solo possibile, ma è un sacro dovere, stabilito da Gesù Cristo in primo luogo e poi riproposto dai templari di tanti anni fa e ora, indegnamente, da noi. Ci sono tanti modi di aiutare: fare una semplice beneficenza, dare qualche soldo non ha senso. E' una goccia nel mare, come si dice, alla fine non aiuta nessuno. Occorre dare invece di più, servizi, dare la possibilità di curarsi a chi non può, dare la possibilità di acquisire un bene inalienabile dell'uomo come la cultura. Al povero non possiamo e non dobbiamo soltanto dare un tozzo di pane ed andarcene soddisfatti, perché quel povero, domani, avrà più fame di oggi. Dando invece un'assistenza costante, una possibilità di lavoro e d'istruzione, ecco che avremo fatto veramente qualcosa per quel povero. E' un traguardo enorme, che sembra irraggiungibile, ma noi ci proviamo e ci riproveremo. E un vero templare deve essere povero tra i poveri, non un ricco fra i poveri!

Quindi stiamo diffondendo un piccolo notiziario, in via di registrazione presso le competenti autorità, che sarà distribuito in via del tutto gratuita, che illustrerà a tutti le nostre finalità e conterrà articoli interessanti, storici, scientifici, culturali e curiosità, comprese tutte le attività dell'Ordine in Italia e all'estero.

Pensiamo che il diritto alla vita è sacro. Stiamo facendo tutti i passi necessari, mettendo a disposizione tutte le nostre risorse, fisiche e morali, per l'apertura di una mensa per i poveri, alla quale potranno accedere tutti i bisognosi, in via completamente gratuita. Come i nostri antichi confratelli templari, i quali tenevano in grande considerazione il dono della carità, della quale avevano fatto voto, pensiamo che tutti abbiano diritto ad un tozzo di pane, ma noi vogliamo fare di più, dare a tutti i derelitti qualcosa di più concreto. Ecco perché l'apertura della mensa farà poi parte di un vero e proprio centro di accoglienza.

Anche la salute è un diritto di ogni uomo. Stiamo facendo tutti gli sforzi necessari per permettere la nascita di "poliambulatori templari", nei quali i medici, in determinati giorni, visiteranno e cureranno gratuitamente tutti i pazienti più bisognosi e meno abbienti, anche con le attrezzature biologiche ed elettromedicali più avanzate, in quanto siamo convinti che tutti, e non soltanto i più ricchi, abbiano il diritto di curare le loro malattie, perché non esistono e non devono esistere malati di serie diverse.

Poi pensiamo che il diritto alla cultura sia un bene inalienabile dell'uomo. Perciò ci muoveremo perché le famiglie meno abbienti possano comunque fornire di libri i loro ragazzi affinché possano essere istruiti degnamente, e stiamo creando una vera e propria "biblioteca templare", fornita di migliaia di volumi di tutti i generi, alla quale tutti potranno accedere senza nulla dovere per consultare testi e per poter studiare liberamente.

Vogliamo sperare che i nostri intendimenti siano stati afferrati. Chiunque che sia meritevole di ciò può divenire Dama o Cavaliere del Tempio, ricevere l'investitura e vestire il bianco mantello. Qualcuno obietterà che per fare tutto ciò non è necessario vestire un mantello e divenire cavaliere: non è vero, perché al fare del bene si accompagna una nostra crescita materiale e spirituale che la Regola dà, e che noi templari dobbiamo rispettare. Da noi non sono ammesse la superbia, l'alterigia, la menzogna, la superiorità verso gli altri, la dimostrazione di potenza o dire il classico "lei non sa chi sono io". Proprio perché templari, occorre invece non sentirsi mai superiori a qualcun altro, chiunque sia, ma essere sempre sullo stesso gradino di un altro, mai al disopra. Da noi deve essere di casa la dignità, non la superbia, deve essere di casa l'umiltà, non la grandezza, devono essere di casa la tolleranza e la comprensione, non l'alterigia ed il disprezzo, deve essere di casa la verità e non la menzogna. Se qualcuno si sente migliore di un altro, o più bravo, o più bello o più meritevole di un altro, l'Ordine del Tempio non fa per lui, o per lei. Già, perché l'Ordine è aperto anche alle donne, nella più completa parità. Essendo un Ordine di derivazione monastica sì, ma anche militare, si debbono rispettare i ranghi e le consegne ma, attenzione, non perché chi è più alto in grado sia migliore, ma perché porta un peso più gravoso, che è quello delle responsabilità.

Le nostre idee non sono poi così difformi da quelle dei fratelli massoni: anch'essi si prefiggono la costruzione di quel Tempio che è l'Uomo, la sua rivalutazione morale e materiale, la sua costruzione interiore nella ferma convinzione dell'esistenza dell'Essere Supremo, che può avere tutti i nomi che volete: Dio, Iehova, Allah e chi più ne ha più ne metta; i fratelli massoni chiamano l'Essere Supremo Grande Architetto dell'Universo…. Ebbene cosa c'è di male? Cerchiamo di non dimenticare il Libro della Genesi, la creazione del Tutto… solo un Grande Architetto come Dio, Padre Onnipotente, poteva fare. Chi sostiene che i fratelli massoni non sono religiosi, commette un errore. Nelle cerimonie massoniche, come in quelle templari, c'è sempre il Libro Sacro aperto che veglia sui lavori. Che poi esista come detto un templarismo deviato, dedito e teso soltanto al lucro ed al rigonfiamento delle proprie tasche a spese dei derelitti, è un fatto innegabile, come è parimenti vero che esiste una massoneria deviata, che è uscita dai binari della sua originaria rettitudine. Ma questo a noi tutti presenti, carissimi fratelli e sorelle, non interessa, perché noi sappiamo di non essere deviati, sappiamo che lavoriamo per la Gloria di Dio e per la formazione di un Uomo migliore, nella conoscenza cosciente di tutti i nostri limiti e barriere. Quindi io posso solo auspicare una collaborazione fattiva fra i fratelli templari ed i fratelli massoni, ognuno nel rispetto sacro e reciproco delle proprie usanze e dei propri rituali, delle proprie origini, che poi come abbiamo visto sono identiche: quindi il fine è lo stesso, non esistono e soprattutto non devono esistere fini diversi da quelli che ho appena detto. Significherebbe distruggere quello che i nostri antichi confratelli templari hanno costruito, significherebbe che l'arte muratoria non è più pura come invece deve essere, e non si potrebbe poi collaborare per costruire il Tempio-Uomo, con tutti i suoi contenuti più belli e più profondi, oltre che più alti. L'Uomo perderebbe altrimenti i suoi valori in maniera definitiva e si avvierebbe in un cammino senza ritorno, senza speranza. Gli alchimisti di un tempo cercavano di realizzare la Grande Opera: ma la Grande Opera è in definitiva proprio l'Uomo, la sua elevazione ai livelli più alti di conoscenza e di sapienza, sempre nelle Luce dell'Altissimo. E allora lavoriamo invece nella Luce di Dio, il Grande Architetto dell'Universo, che sempre ci guidi sulla Via della Verità e della Vita: Gesù ha detto: "Io sono la verità e la vita". Seguiamo allora indegnamente tutti le sue orme, consci della nostra piccolezza ma anche della nostra voglia di conoscere e sapere, quella sapienza pura che non deve nuocere ai nostri fratelli, e troveremo la verità e la vita che ci sono state promesse dal Figlio dell'Uomo."

Vi ringrazio per l'attenzione e la pazienza, e sperando di non avervi annoiato troppo, invoco su di voi e su tutti gli uomini di buona volontà, la benedizione del Re dei Re, e che ci conduca sempre per la Via della Verità e della Sua Grande e Santissima Luce. Dobbiamo operare per la Sua gloria, non per la nostra.

Che Dio abbia pietà di noi.

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